Quale sarà il futuro del coworking? Ce lo dice Talent Garden

Quale sarà il futuro del coworking? Ce lo dice Talent Garden

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Oltre ai 18 campus già presenti in Italia ed in Europa, il 20 giugno scorso Talent Garden ha inaugurato un nuovo campus a Torino, uno spazio avveniristico dove tecnologia e IoT si fondono per dare maggiore ispirazione ai talenti. Inoltre, attraverso una partnership con Fondazione Agnelli, Talent Garden ha anche l’obiettivo di sostenere progetti educativi ed iniziative imprenditoriali sia in Italia che, soprattutto, all’estero.

Il coworking non sembra, quindi, essere più solo uno spazio fisico, ma un incubatore di eventi, seminari, innovazioni. Con tutti i cambiamenti che imperseverano nel mondo degli spazi lavorativi, le nuove architetture, i nuovi design e trend, uno spazio del genere deve essere sempre pronto e scattante ad adattarsi a ciò che di nuovo il futuro ha da offrire. Come farlo? Abbiamo cercato di capirlo invervistando proprio Talent Garden, membro della famiglia di Meritocracy.

Meritocracy: Qual è il futuro del coworking nell’era digitale e mobile? Quali trend, innovazioni, necessità si prospettano nell’immediato futuro?

Talent Garden: Il fenomeno del coworking interesserà sempre più persone. Secondo Forbes, entro il 2020 il 50% dei lavoratori americani sarà freelance, una statistica che sottolinea la crescente necessità di luoghi di lavoro smart, aperti 24/7 e pensati per stimolare la creatività. Cresce anche il numero di nomadi digitali, professionisti che scelgono una “vita liquida”, lavorano da remoto in spazi condivisi e girano il mondo. Cresce di conseguenza anche il trend del co-living: l’offerta cioè di luoghi dove coniugare produttività e possibilità di alloggio.

M: Negli ultimi anni stanno aumentando le opinioni critiche sugli open spaces. Se inizialmente sembrava favorissero creatività ed innovazione ora gli si imputano conseguenze negative sulla produttività dovute a maggiori distrazioni e a difficoltà di concentrazione. Come si pone il concetto di coworking di fronte a queste sfide e perplessità, dato che l’open space è spina dorsale della vostra realtà?

T: Il coworking è un luogo aperto, una fucina di idee e di contaminazioni. Sicuramente più
movimentata rispetto ad un ufficio tradizionale, questa soluzione è perfetta per chi cerca non solo un luogo di lavoro, ma anche un’offerta di servizi complementari. A Talent Garden, per esempio, offriamo ai nostri abitanti classi di yoga e lezioni di inglese, gratuitamente. Per non parlare degli sconti dedicati alla community. Il coworking offre quindi tanti vantaggi, scegliere questa modalità di lavoro significa prediligere un ambiente più creativo.

M: In un’intervista su YouTube era emersa la definizione di coworking space come “social network fisico”. Da un lato il mondo digital e mobile, lo smart working, e gli stessi social, danno la possibilità di isolarsi, anche lavorativamente, mentre il coworking si base su un’atmosfera di connettività e condivisione. Potresti dirmi qualcosa di più su questo argomento? 

T: Il coworking si basa sul principio della condivisione: condivisione degli spazi (con conseguente risparmio economico), ma anche di idee, progetti ed iniziative. Talent Garden ospita i migliori talenti del digitale dei vari territori in cui è presente con un proprio campus. Questo modello verticale permette a professionalità dello stesso settore ma con diverse competenze di iniziare collaborazioni nuove, spesso inaspettate.

M: In che modo il coworking ispira le persone, accrescendo il valore di un’azienda e di un talento? 

T: Talent Garden accoglie non solo startup e freelance, ma anche grandi aziende che decidono di entrare nei nostri spazi per contaminarsi con i nostri talenti ed essere esposti a una varietà di stimoli. Da noi trovano spazio Eni, Cisco, Ceres, solo per citarne alcune, mentre collaboriamo con una varietà di partner per eventi, hackathon e progetti ad-hoc. L’opportunità di networking rappresenta quindi un aspetto fondamentale sia per i nostri Tagger che per le realtà che gravitano intorno a noi.

M: Come può l’Italia fare la differenza nel mondo del coworking rispetto allo stesso trend nel mercato tedesco ed inglese, dove ormai è super inflazionato? 

T: In Italia il coworking è un fenomeno ancora in crescita: Talent Garden è nato proprio dalla necessità di un gruppo di amici di condividere uno spazio di lavoro, sfruttando di fatto un bisogno che non era ancora stato coperto dal mercato. Rispetto ad altri Paesi i centri di innovazione sono diluiti in tutto il territorio (con Milano che fa da capofila), rendendo l’Italia uno scenario più frammentato rispetto ad altri mercati esteri. Abbiamo però grandi talentianche qui; Talent Garden vuole creare una rete di coworking per dare spazio al meglio dell’innovazione italiana.

Gli spazi per i lavoratori smart crescono a vista d’occhio, anche in Italia, dove molte aziende hanno iniziato a capire le potenzialità di questi spazi, mandando i propri dipendenti nella convinzione di farli crescere e renderli più produttivi. E sempre più spesso all’interno dei campus si trovano diversi benefit ed opportunità oltre agli uffici stessi, come ad esempio i fablab, piccole fabbriche digitali utilizzate per trasformare le idee in prodotti concreti.

I coworking spaces sono aggregatori di persone, un social network fisico che permette ad idee, persone e menti di fondersi, per creare qualcosa di ancora più grande e spettacolare; si sta espandendo in tutto il mondo, man mano che le aziende destrutturano i propri uffici dando nuova vita al ritmo lavorativo.
Il coworking sembra la risposta ai i nomadi digitali, ovvero tutto il popolo dei nativi e degli entusiasti digitali  che oggi viaggiano per il mondo e lavorano viaggiando, un genere di lavoratore sempre più diffuso.
Questi spazi sono perfetti per chi vive e lavora con la stessa mentalità, aperta e proattiva, e non fanno altro che aiutare i talenti provenienti da tutta Europa a diventare talenti globali.

 

 

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