Valerio, Scrum Master di Vodafone ci racconta il suo lavoro

Valerio, Scrum Master di Vodafone ci racconta il suo lavoro

Questa settimana per la rubrica di Meritocracy “Questo è il mio lavoro” abbiamo intervistato Valerio Alba, Scrum Master di Vodafone Italia il quale ci ha raccontato quali sono le skills essenziali nella sua professione, gli attuali percorsi formativi e le prospettive di carriera 

 

Qual è secondo te il percorso formativo più efficace per diventare uno Scrum Master?

La figura professionale dello Scrum Master presenta un percorso di formazione in corso di definizione, basato molto sulle soft skills e su una buona padronanza di competenze tecniche, legate al contesto di prodotto/servizio per il quale si sta lavorando. Nella mia esperienza professionale, da due anni ho deciso di abbracciare l’agilità dopo aver svolto il ruolo di Analista funzionale e di Project Manager per più di tre anni.

Ho notato che un minimo di competenza da project manager bisogna averla, lavorando anche con società di consulenza bisogna avere concezione del denaro e del tempo. Molti Scrum Master provengono da ambiti tecnici. Le soft skills sono molto importanti: puoi non essere uno sviluppatore, le competenze tecniche si acquisiscono col tempo.

Cosa ne pensi al riguardo delle certificazioni per diventare Scrum Master?

Il panorama delle certificazioni in ambito Scrum in Italia sta avendo una diffusione e richiesta su larga scala sia da parte delle aziende che da parte di figure quali PM, Product Manager, PMO, Business Analyst, Developer o Technical Lead. Senza entrare nel merito di quale sia la certificazione o l’ente più valido, ritengo sottolineare un aspetto: quando si decide di concorrere per una certificazione bisogna farlo con lo spirito di attingere ed imparare dalle esperienze degli altri partecipanti e dai suggerimenti degli insegnanti. Al contrario oggi sembra più importante esporre il badge sul proprio profilo Linkedin come se si fosse già “pronti” a svolgere il ruolo di Scrum Master.

L’esperienza sul campo rimane il vero fattore distintivo tra un candidato e l’altro, la certificazione è un plus che in sede di colloquio va verificato con domande specifiche.

Quali sono le competenze più importanti per diventare Scrum Master?

Le competenze più rilevanti sono: la capacità di intermediazione e negoziazione tra il Product Owner e il team, la spiccata dote di “Servant leadership” che, opponendosi al modello di leadership tradizionale, capovolge la piramide del potere ponendo il leader come una figura a supporto degli altri, infine l’essere in grado di saper stimare e comprendere le attività di business e complessità tecnica relativa.

E gli aspetti più importanti della personalità?

Le competenze più rilevanti sono: proattività, saggezza, empatia, umiltà e una buona dose di umorismo!

Proattività perchè bisogna sapere individuare quali sono le azioni e le attività da fare e fare un’ analisi in modo retrospettivo. Saggezza nel saper individuare la giusta situazione in cui intervenire. Empatia significa mantenere il contatto team instaurando un dialogo costante al fine evitare e gestire potenziali contrasti. Umiltà significa per me accettare e capire il contesto nel quale si arriva, non pretendere un cambiamento immediato da parte dei componenti del team di lavoro ma procedendo in modo graduale partendo da una verifica delle esigenze.

Infine l’umorismo: quando si lavora tutti vicini nello stesso posto, è essenziale a mantenere un clima sereno di lavoro.

Come è formato il tuo team?

Il mio team è formato da: uno sviluppatore di frontend, uno sviluppatore backend, due designer (UX/UI), due analisti funzionali, un analista tecnico e un Product Owner.

Attualmente seguo più team con una composizione simile, questo perché nel momento in cui si raggiunge una determinata linearità nei risultati positivi e autonomia nella gestione del framework, lo Scrum Master non è necessario che sia allocato al 100% su un unico team poiché può supportarne di altri o favorire la crescita dell’agilità in azienda attraverso altre pratiche specifiche di training o coaching.

Come ti relazioni con i membri del tuo team?

Ogni giorno provo ad ascoltare e comprendere le attività che ciascun membro del team ha in carico, verificando che tutto sia in linea con le aspettative di Business. Lavorando in Sprint (i.e. iterazioni di lavoro) di due settimane, abbiamo modo di impostare fin da subito gli obiettivi da raggiungere a beneficio del cliente finale (in termini di rilascio software).

Non mancano i momenti di conflitto: le attività di analisi e stima delle attività, solitamente svolte durante il ”Backlog Refinement”, se non vengono affrontate con l’attenzione corretta, possono determinare un eccessivo carico di lavoro per lo Sprint a tal punto da non riuscire a terminare tutti task decisi insieme, con conseguente insoddisfazione del Product Owner e insofferenza del team.

Quali sono gli strumenti indispensabili per portare avanti con successo il tuo lavoro?

Bisogna farsi carico di una estrema dose di buona volontà, di esser in grado di accettare il fallimento e poter proporre o ascoltare le successive azioni correttive: lavorare seguendo un framework agile (Scrum) comporta la necessità di doversi adattare ai cambiamenti (di team, di requisiti, di postazioni, ecc..) e saper rispondere senza farsi abbattere dalle difficoltà emergenti.

Quali sono le difficoltà associate al tuo ruolo? Quali gli aspetti che ti danno più motivazione?

La difficoltà principale è far capire a chi mi trovo davanti chi è e cosa fa uno Scrum Master, quindi riuscire ad accogliere le difficoltà del team in merito al progetto o dell’azienda nell’utilizzo delle pratiche agili in maniera corretta ed efficace.

In merito agli aspetti positivi, apprezzo molto gli aspetti legati alle relazioni umane: ascoltare, capire ed intervenire a sostegno del singolo individuo o del team in generale. Infine reputo stimolante supportare la creazione di strategie di business con il Product Owner. Ho la fortuna, nella mia attuale azienda, di far parte di una community di Agilisti composta da molti Scrum Master e Agile Coach, che tramite la cultura del “feedback iterativo” rendono stimolante e accrescitivo ogni momento.

Qual è secondo te il percorso di carriera per uno Scrum Master?

Attualmente non esiste un percorso di crescita ben definito, sia a livello di seniority sia a livello di figure alle quali ambire. Lo Scrum Master dovrebbe svolgere alcune attività di coaching legate al metodo e alle pratiche agili, pertanto se l’interesse verso questa componente dovesse diventare forte, il primo ruolo al quale mirare potrebbe essere quello Agile Coach. Il coaching e il training, in azienda o tramite società di consulenza, rappresentano degli sbocchi remunerativi e professionali interessanti.

Che evoluzione avrà secondo te questo ruolo in futuro?

Nel panorama italiano si sta diffondendo in maniera progressiva la cultura dell’agilità e del ruolo del “facilitatore”, a prescindere che sia uno Scrum Master. Il concetto di avere una figura capace di intermediare fra le comunicazioni a più livelli aziendali, di saper intervenire supportando team di persone a sostegno delle attività correnti, ritengo sia un ruolo che le aziende dovranno avere entro i prossimi due anni.

Bisogna sperimentare la cultura del fallimento, della centricità del consumatore finale e soprattutto del cambiamento perché “stare fermi è come indietreggiare”!

 

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