Modelli e Dati nel Fintech – Una chiacchierata con Boris Rellamonti – Avvera S.P.A.

Modelli e Dati nel Fintech – Una chiacchierata con Boris Rellamonti – Avvera S.P.A.

Meritocracy è una community di 250K professionals dedicata ai lavori e alle aziende nel mondo dell’innovazione. Parliamo di Big Data, Software e ICT, elementi ormai indissolubili per un’azienda nativa digitale o in Digital Transformation. Oggi siamo felici di avere come ospite Boris Rellamonti, responsabile servizio Modelli e Dati in Avvera

  1. Ci racconti il tuo ruolo? 

Sono entrato in Avvera circa due anni fa quando ancora non esisteva la società che oggi conoscete, ma vi era una società completamente diversa. Ho fatto questa scelta proprio per dare il mio contributo allo sfidante progetto che è sfociato, nella seconda metà dello scorso anno, proprio nella creazione di Avvera. All’interno di questo contesto il mio ruolo è stato ed è quello di prendere la responsabilità di tre grandi ambiti: l’Area Risk Management, l’Area Data Management e Business Intelligence ed infine l’Area relativa alle strategie di segmentazione in ottica CRM. 

  1. Quali modelli teorici state utilizzando in azienda? Quali sono i loro limiti? 

Uno degli elementi che ha determinato il mio ingresso in azienda è stato anche quello relativo all’introduzione di modelli statistici per gestire i processi governati dalla mia area. Attualmente il ricorso a tali modelli rappresenta, sotto un certo punto di vista, un riferimento fondamentale nel settore in cui Avvera opera, ovvero il Credito al Consumo ed i riferimenti teorici, quindi, sono quelli tipici del settore. Come tutti i modelli, anche quelli che utilizziamo noi hanno limiti e punti di forza. Sicuramente alla luce delle esperienze fatte nel mio percorso, posso affermare che non esiste un riferimento metodologico in assoluto migliore degli altri, ma che l’opportunità di utilizzo di uno piuttosto che di un altro dipende anche dai processi che occorre governare e, naturalmente, dall’infrastruttura e dagli strumenti a disposizione.

  1. Ci sono limiti infrastrutturali, tecnologici o di disponibilità di dati sul lavoro che state svolgendo? Quali software utilizzate ad oggi? 

Essendo di fatto una società nuova, ovviamente abbiamo delle problematiche in ambito architetturale, tecnologico e di disponibilità da affrontare e che stiamo superando, cercando di trovare le soluzioni più opportune in termini di completezza e di tempistiche. Nell’approcciarsi a tali tematiche, paradossalmente quello che in parte rappresenta un handicap, ovvero il fatto di essere “appena nati”, in parta rappresenta anche un punto di forza perché ci da anche la libertà di scegliere di percorrere strade più evolute e libere da vincoli dovuti ad infrastrutture già esistenti. 

Attualmente per quanto riguarda la mia Area attualmente utilizziamo i canonici strumenti di Office Automation ed alcuni software più specifici per le attività di analytics e di business intelligence, come per esempio SAS. Stiamo comunque ragionando sull’ampliamenti di tali strumenti e sulle architetture per cominciare un percorso che ci porti a tutti gli effetti nel perimentro delle Data Driven Companies. 

  1. Qual è la sfida più stimolante che hai affrontato negli ultimi 12 mesi? Come l’avete affrontata e cosa miglioreresti?

Sicuramente la sfida più stimolante che ho affrontato personalmente, ma credo valga anche per tutti i miei colleghi, è stata quella di disegnare su carta tutto lo schema dei processi sottostanti la Società e partecipare poi alla sua messa a terra, andando a correggere tutti i problemi che ne sono derivati. Costruire qualcosa di nuovo, partendo da zero, è stato estremamente sfidante, ma anche altrettanto duro e complicato, sia per la complessità dei processi ma anche per la complessità degli attori coinvolti. Siamo riusciti ad arrivare all’obiettivo? Direi per la maggior parte deli item di sì, ma ci stiamo ancora lavorando e sarà un percorso di fine tuning che sicuramente porteremo avanti ancora per un po’. Sicuramente i risultati conseguiti li abbiamo raggiunti grazie alla collaborazione, all’entusiasmo che abbiamo messo in campo ed alla disponibilità di tutti.

  1. Quali sono le sfide all’orizzonte? Come intendi affrontarle? 

Abbiamo ancora tante sfide all’orizzonte: nuovi progetti già partiti o che partiranno a breve e idee che abbiamo in testa e che stiamo approfondendo. Siamo un cantiere sempre aperto. Per quanto riguarda la mia area ci sono idee legate ai modelli che utilizzeremo e che faremo evolvere, piuttosto che alle infrastrutture dati che vorremmo realizzare (cloud, datawarehouse, strumenti…ecc.). La sfida più importante che mi sono prefissato, però, riguarda soprattutto me stesso: ho 44 anni ed ho una certa esperienza nel settore, cosa che è sicuramente utile alla Società, ma vorrei che questo sia solo il punto di inizio per Avvera ed il mio obiettivo è che la mia esperienza non rappresenti un limite per il suo sviluppo e la sua evoluzione. Per cercare di superare questa sfida ho bisogno del mio team, ho bisogno di lavorare con persone curiose, stimolate e preparate che riescano a creare un ambiente di contaminazioni reciproche di competenze diverse.

  1. Che approccio chiedi ad un nuovo membro del tuo team?

Come dicevo, vorrei che il mio team nel suo complesso sia in grado di andare oltre i limiti di ciascuno e crei un ambiente di contaminazione di competenze reciproche. Per questo chiedo a tutti i membri del team, nuovi ma anche già presenti, di avere la mente aperta all’apprendimento ed al confronto collaborativo, perché ognuno di noi ha da imparare qualcosa dagli altri. Per fare in modo che il team cresca, nonostante i limiti miei e dei membri del team, è quindi importante avere competenze e conoscenze diverse che si mixino insieme e ci permettano di crescere. Ma per far questo è, come dicevo, molto importante avere un approccio collaborativo e disponibile e tanta voglia di mettersi in discussione. 

  1. Come prevedi sarà il tuo lavoro tra cinque anni? Cosa cambierà? 

Il mercato si sta evolvendo nei processi e negli strumenti seguendo, con qualche anno di ritardo, l’evoluzione tecnologia. Questo è normale in un settore, quello bancario/finanziario, che è tra i più soggetti a normative nazionali ed europee. Sicuramente il modo di fare business per una banca od una società finanziaria deve cambiare per stare al passo. Per quanto riguarda Avvera sicuramente il nostro lavoro evolverà significativamente con l’evoluzione e la messa a terra dei progetti che abbiamo in testa, soprattutto dal punto di vista del trattamento ed utilizzo dei dati per istradare i processi e le strategia. Immagino infatti una società Data Driven che con metodologie evolute e con un alto livello di digitalizzazione possa guidare i propri processi e presidiare in maniera efficiente e veloce le tali processi.

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